domenica 19 gennaio 2014

obsolescenza programmata, pigrizia, trend...tutto con cui un designer Eco..e Responsabile dovrebbe fare i conti

Rifiuti zero significa anche questo..significa affrontare il problema di progettare oggetti riparabili, significa anche saper pensare all'estensione della vita dei prodotti...ma significa anche imparare come potete scoprire leggendo attraverso workshop e repair party...molto interessanti...da copiare....



Cellulari resi obsoleti dagli smartphone, televisori funzionanti ma col difetto di non essere digitali o ultrapiatti, computer superati dai nuovi modelli e via dicendo? Nel 2010 abbiamo buttato via 2 milioni e mezzo di tonnellate di rifiuti tech, e solo il 27% è stato “riciclato” spedendolo oltremare, in paesi del Terzo mondo con leggi meno severe (o inesistenti) sulle scorie tossiche.

È il risultato di una progettazione che ha programmato l’obsolescenza già nel design e fornito prodotti destinati a rompersi dopo pochi anni. «Una realtà frustrante per i più consapevoli», racconta l’irlandese Jane Ní Dhulchaointigh, giovane inventrice e imprenditrice/fondatrice di Sugru, società nata per risolvere il problema. Jane era così stufa di dover comprare aggeggi nuovi in continuazione che a un certo punto ha inventato un “prodotto” per riportare in auge l’idea di riparare ciò che abbiamo. E così, mentre studiava per il suo master in product design, a Londra, ha creato una pasta di silicone e polvere di legno riciclata da una falegnameria. «Puzzava, aveva un aspetto e un colore orrendi. Ma mi ha consentito di riparare lo scarico del lavello di cucina e modellare una maniglia ergonomica per il coltello delle verdure. Era un inizio». In 10 anni ne ha fatta di strada la sua “space age rubber”, come è stata definita poi dai media del settore; che hanno inserito Sugru tra le invenzioni del secolo.
(Approfondisci l'articolo) fonte D.Repubblica 

Ma Ci piace anche segnalarvi  lo slogan adottato da due trentenni  "Repair, don't despair".

Ugo Vallauri e Janet Gunter, questi i loro nomi, l'anno scorso hanno dato vita al "Restart Project".  Sulle orme dei "Repair Café" di Amsterdam o dei "Fixers Collective" di Brooklyn, organizzano nella capitale britannica dei "Restart Party": workshop mensili itineranti dove si impara gratuitamente a riparare il proprio gadget elettronico o elettrodomestico rotto.
(Approfondisci l'articolo) fonte Republica