
Chi mi accompagna in questa prima sperimentazione della Campagna del Plant Blindness riceverà mano mano dei pensieri, approcci che condividerò...
Quando esco di casa, non è solo l'inizio degli impegni – scuola, lavoro, commissioni. È l’inizio di un viaggio parallelo. Lo zaino è pronto, dentro ci sono gli oggetti del quotidiano, ma anche gli strumenti del mio piccolo rituale di esplorazione: il telefono con iNaturalist attivo, una bustina di stoffa, e soprattutto uno sguardo allenato.

Lungo i marciapiedi, sui muri screpolati, tra le crepe dell’asfalto… cerco dettagli: una foglia insolita, un fiore selvatico, un seme caduto. Ogni elemento che mi colpisce può diventare un nuovo "carattere" del mio Alfabeto Botanico.


Ogni passo è un’occasione per educare lo sguardo, per allenarsi a vedere davvero. Perché riconoscere una pianta significa riconoscerle dignità, presenza, valore.
È questo il cuore della mia azione contro la plant blindness – l’incapacità diffusa di vedere e conoscere il verde che ci circonda.

Scelgo un elemento e lo trasformo in arte con tecniche cartolaie: stampa botanica, frottage, collage… È così che nasce l'Alfabeto Botanico: da un'andata e un ritorno tra osservazione e creazione.

Un seme alla volta, insegno a vedere la biodiversità anche dove altri vedono “solo erbacce”.
